domenica 20 settembre 2015

"Where could I go" di Lucille Barbee

Nel 1952 il Gospel godeva di ottima salute e numerosi Ministri del Culto alternavano la Chiesa con lo Studio di registrazione.

Tra questi, vogliamo oggi ricordare Sister Lucille Barbee, con il suo trascinante "Where could I go".

Sister Lucille Barbee aveva iniziato la "carriera" di artista proprio quell'anno e in seguito si sarebbe esibita con Rev. Morgan Babb & The Radio Four.

Avrebbe poi continuato questa sua attività anche negli Anni '60, per passare in seguito alla consolle e iniziare una carriera come Dj.

Certo non le mancava una buona dose di intraprendenza, che in seguito la portò a ospitare in una radio di Nashville, la domenica mattina, anche un programma dal titolo "Lucille Barbee and the Gospel Training Program"...

Morì nel 2009, ormai quasi completamente dimenticata da tutti, ad eccezione di coloro che ancora ascoltavano con inestinguibile entusiasmo le sue vecchie registrazioni.

Come speriamo vogliate fare anche voi, lasciandovi così coinvolgere dall'energia positiva di questa vigorosa Sorella!

"Living below in this old sinful world
Hardly a comfort could afford
Striving alone to face temptations call
Where could I go but to the Lord

Where could I go, where could I go
Seeking a refuge for my soul
Needing a friend to save me in the end
Where could I go but to the Lord

Neighbors are kind, I love them everyone
We get along in sweet accord
But when my soul needs manna from above
Where could I go but to the Lord"



domenica 13 settembre 2015

Yazoo L-1003: St. Louis Town 1929-1933

La città di St. Louis non è tra le più apprezzate nella storia del Blues, ma vi fu un periodo in cui essa era in grado di offrire una scena musicale particolarmente ricca.

Infatti, St. Louis si trovava in una posizione strategica per i Neri, che abbandonavano il Sud e andavano a cercare nelle città del Nord salari e condizioni di vita migliori.

Lungo il Mississippi o sui treni della Missouri-Pacific, dell'Illinois-Central o della G M & O, arrivavano frotte di immigrati, che a volte decidevano di fermarsi appunto a St. Louis, portando con sé le tradizioni musicali della propria terra.

Tra i Bluesmen attivi in città a cavallo della crisi del '29, il più influente fu Charlie Jordan, probabilmente originario di Helena, Arkansas, a cui viene giustamente dedicata la copertina del disco L-1003 della Yazoo, che oggi vi presentiamo.

Anche Charlie Jordan ebbe, come tanti suoi colleghi, una vita movimentata...

Fabbricatore clandestino di liquori, azzoppato da un colpo di pistola, talent scout per la Decca, titolare di una sala prove, morto ammazzato per strada nel 1954...

Tra le sue quattro incisioni che la Yazoo presenta in questa raccolta, a me piace particolarmente "Keep it Clean".

Come sempre, nel caso del Blues, potete liberamente immaginare che cosa Charlie Jordan inviti a tenere pulito, ma cercate comunque di apprezzare il suo limpido e rilassato fraseggio alla chitarra, che per tanti aspetti ricorda il Blues di Memphis, Tennessee.

Un altro brano notevole in questo L-1003 è "Cairo Blues" di Henry Spaulding, inciso nel 1929.

Originario del Mississippi, Spaulding era più anziano della maggior parte dei Bluesmen attivi in quegli anni a St. Louis e, quindi, è possibile che sia proprio lui l'autore di questa melodia, che venne usata anche da Henry Towsend, Charlie Jordan, Henry Brown e Lane Hardin.

E' veramente un peccato che la Depressione abbia falciato la scena Blues di questa città, che da allora non ha più ricoperto un ruolo importante nel panorama Blues americano, perché -come ben testimonia questo LP- nel 1930 vi erano tutte le premesse per uno futuro molto più interessante.





domenica 6 settembre 2015

Yazoo L-1060: Blind Boy Fuller, Truckin' my Blues Away

In un Post precedente, vi abbiamo parlato d una seduta di registrazione del 1935, particolarmente sfortunata per Gary Davis, che non ebbe il riconoscimento e il successo di vendite che si sarebbe certamente meritato.

E abbiamo accennato a come, invece, quel giorno fu proficuo per un altro Bluesman all'esordio discografico...

Quel Blind Boy Fuller che, da allora e sino alla sua precoce morte nel Febbraio 1941, riuscì a vendere molti, ma proprio molti dischi, grazie ai 135 brani registrati.

Il suo stile chitarristico è allo stesso tempo semplice e piacevole, perché riesce a fondere la tecnica pulita, la struttura armonica regolare e il ritmo saltellante tipici dei Bluesmen della East Coast in una serie di prodotti ben confezionati.

Arricchiti, inoltre, da quei doppi sensi e da quell'inno a godersi la vita, che erano ingredienti importanti per il successo, presso popolazioni rurali semplici, in cerca di svago a buon mercato.

Nato intorno al 1908 nel Nord Carolina, Blind Boy Fuller nel 1928 rimase completamente cieco per cause che non conosciamo e condusse la vita tipica di tanti Bluesmen dell'epoca, che avevano la loro zona di influenza nelle campagne e nelle piccole cittadine del Sud.

Dall'LP Yazoo L-1060 "Blind Boy Fuller, Truckin' my Blues Away", oggi vi presentiamo il pezzo che da il titolo a questa piacevole raccolta, che si lascia ascoltare senza mai annoiare.

Il brano non segue la struttura del Blues a 12 battute, ma un giro armonico diverso e probabilmente più accattivante, tipico di quell'accompagnamento che -a partire dal Folk Revival- venne associato alla Ragtime Guitar, proprio perché incorpora nel Blues tratti che evocano l'epoca del Ragtime.

Questo, in dettaglio, il giro armonico di cui vi stiamo parlando.

C-A7-D7-G-C
C-A7-D7-G
C-C7-F-C°
C-A7-D7-G-C-A7-D7-G-C

E questo è l'esempio di una strofa di "Truckin' my blues away", in cui lasciamo al Lettore decidere se "truck" sia il sostituto di un più famoso -e censurato- verbo, foneticamente molto simile...

"Keep on truckin' baby, truckin' my blues away
Keep on truckin' baby, truckin' my blues away
You don't have to hurry, you don't have to go
Wait a little while, you might wanna truck some more
Keep on truckin' baby, truckin' my blues away
Truckin' my blues away"

Si dice che, in punto di morte, Blind Boy Fuller si convertì e si pentì per aver cantato il Blues.

Difficile dire che cosa passi nella mente -e nel cuore- di un uomo, durante gli ultimi attimi di vita e prima del grande passaggio, perciò vi riportiamo questa voce, senza commentarla.

D'altra parte, come si suol dire, le Vie del Signore sono infinite e, aggiungiamo noi...

Possono passare anche attraverso molto "truckin'"!