Se, infatti, nel Jazz e nello Swing vi erano stati personaggi con una notevole formazione musicale, di cui beneficiarono in seguito anche alcuni combo Rhythm & Blues, che ereditarono molti di questi artisti, il Rock 'n' Roll si diffuse prevalentemente tra adolescenti che spesso, con tre soli accordi e una tecnica strumentale ridotta, davano sfogo a tutta la propria vitalità.
Però, secondo noi, questo rappresenta anche parte del fascino che il Rock 'n' Roll continua ad avere.
La spontaneità, l'immediatezza, le doti naturali non temprate (o appiattite...) da solfeggi ed esercizi estenuanti ci fanno apprezzare ancor di più l'energia creativa di una generazione, che nel Rock 'n' Roll trovò la propria colonna sonora.
E forse, ancor meno "acculturati" musicalmente, furono quei giovani che si unirono in gruppi vocali di 4-5 elementi e si divertivano a cantare -con un accompagnamento strumentale minimo o addirittura "a cappella"- durante la ricreazione a scuola o all'angolo di una strada.
Alcuni di questi gruppi, riuscirono poi a sfondare nel mercato discografico. A volte, solo con un disco; altre volte, con una carriera pluriennale.
Una caratteristica di questi gruppi vocali fu lo sviluppo non tanto di sofisticate armonie, quanto di tratti ritmici e percussivi di notevole impatto, che vennero poi, in un certo senso, codificati nel Doo-Wop.
I gruppi vocali attraversarono la transizione dallo Swing al Rhythm & Blues e, poi, da questi al Rock 'n' Roll e ai primi Anni '60 e noi...
In questa nuova sezione del Blog, esploreremo proprio questo percorso, partendo dal dopoguerra e concludendo il nostro itinerario con il 1959, che -come abbiamo già indicato in questo Post- segnò la fine della Musica che amiamo.
Iniziamo in modo soft, con due brani tranquilli degli Ink Spots -"The Java Jive" del 1940 e la velatamente antimilitarista "I don't Want to Set the World on Fire" dell'anno successivo- ma poi passeremo a pezzi più up-tempo... proponendovi quel genere di Musica che ai Ballerini fa partire le zampette in automatico!