Noi non crediamo che possa esistere il "primo" pezzo di un genere musicale, perché -come stiamo continuamente cercando di mostrare in questo Blog- vi sono fili rossi che percorrono la Musica e si intrecciano tra di loro, però...
A volte è bello seguire i miti fondanti di ciò che si ama!
Tra l'altro, la storia di "Rocket 88" ha tutte le caratteristiche giuste per fare entrare questo brano nella leggenda.
Come abbiamo detto in un Post precedente, "Rocket 88" venne "ispirato" da "Cadillac Boogie", che Jimmy Liggins aveva già inciso qualche anno prima.
Inoltre, il brano non sarebbe stato lo stesso, senza il contributo che il più esperto Ike Turner diede a Jackie Brenston. Anzi, The Delta Cats -a cui il disco venne attribuito- in realtà altri non erano che The Kings of Rhythm di Ike.
Che dire poi del fatto che Jackie Brenston, mentre dichiarava tutti i propri intenti bellicosi a bordo della potente macchina, era all'epoca ancora minorenne e dovette far firmare il contratto alla mamma?
Per quanto riguarda la caratteristica principale di questo pezzo -la forte distorsione della chitarra di Willie Kizart- essa fu in parte dovuta al caso.
Infatti, durante il viaggio verso Memphis, l'amplificatore cadde dal tetto della macchina -o forse fu rovinato dalla pioggia: a questo proposito, esistono versioni differenti- e Sam Phillips cercò di porvi rimedio artigianalmente, con qualche foglio di carta.
Il risultato fu quel suono distorto, che da allora venne ricercato e riprodotto in molte incisioni Rock 'n' Roll.
Quando sono alla Consolle, mi piace ogni tanto proporre "Rocket 88", anche se la reazione della Pista solitamente non è entusiastica.
E così, a volte mi chiedo se questo brano non abbia troppo testosterone per alcuni ballerini contemporanei, resi mollaccioni da certi swinghettini bromurici, oggi maggiormente di moda...
Per completezza, vi proponiamo anche il sequel "My Real Gone Rocket", inciso da Jackie Brenston quattro mesi dopo e che è ancora più wild. Proprio come il sano Rock 'n' Roll deve essere!