Vi abbiamo già parlato in questo Post di come nel giro di pochi mesi del 1954 tutto cambiò nel panorama musicale americano e, quindi, mondiale.
Infatti, Bill Haley aveva da poco rilanciato "Shake, Rattle and Roll" di Big Joe Turner, con una versione che risentiva del suo passato Country, quando Sam Phillips capì che finalmente la paziente attesa avuta nei confronti di Elvis iniziava a dare i suoi frutti.
Poiché vi abbiamo già presentato "That's All Right, Mama" sia nella versione di Elvis, sia nella versione originaria di Big Boy Crudup, oggi ci concentriamo sul lato B di questo Sun 209: "Blue Moon of Kentucky".
Anche in questo caso, Elvis riprese un pezzo già esistente, ma portandovi tratti completamente nuovi.
Addirittura, cambiò il tempo originario di 3/4 in un pulsante 4/4, trasformando un Walzer del 1947 di Bill Monroe in un pezzo destinato a diventare un riferimento obbligato per un'innumerevole schiera di aspiranti musicisti Rockabilly.
Infatti, accompagnato da Scotty Moore alla chitarra e Bill Black al basso, in pochi minuti di incisione Elvis riuscì a creare quel suono ibrido che Sam Phillips andava ricercando da anni...
Un suono ibrido in cui l'anima bianca e l'anima nera della Musica Popolare americana non solo convivevano, ma, addirittura, davano vita a una forma musicale nuova.
Eccovi, dunque, "Blue Moon of Kentucky" sia nella versione di Elvis, sia nella versione originaria di Bill Monroe.
Per la cronaca, Elvis temeva la reazione dell'irascibile Bill Monroe per il trattamento poco ortodosso che aveva riservato al suo pezzo Bluegrass, ma Bill si comportò da gran signore e, quando incontrò Elvis, non solo non si adirò, ma addirittura si complimentò con il giovane cantante.
Non sappiamo che ruolo, in questa reazione magnanima, abbiano giocato le royalties, che certamente Bill Monroe, come autore di "Blue Moon of Kentucky, iniziava a vedere all'orizzonte...