Eppure, molti tra i fondatori della Musica degli Anni '50 -a partire dal cosiddetto Million Dollar Quartet, azzeccata definizione che riunisce Elvis, Johnny Cash, Carl Perkins e Jerry Lee Lewis- hanno riconosciuto il proprio debito nei suoi confronti.
A noi pare che esistano almeno quattro modi di considerare il Gospel e, quindi, di ascoltarlo.
1) "Il Gospel è una musica certamente piacevole, ma che non ha particolari significati e perciò non si differenzia da altri generi musicali."
2) "Il Gospel è una musica certamente piacevole, che si differenzia da altre, perché è la testimonianza di come i Neri d'America professarono la loro fede. Fede che, però, non mi interessa."
3) "Il Gospel è una musica certamente piacevole, che si differenzia da altre, perché è la testimonianza di come i Neri d'America professarono la loro fede, In fondo, mi piacerebbe poter credere come quelle persone semplici che lo cantarono, ma la ragione mi dice che i suoi presupposti religiosi sono infondati."
4) "Il Gospel è una musica certamente piacevole, che si differenzia da altre, perché è la testimonianza di come i Neri d'America professarono la loro fede. Pur nelle differenze storiche e culturali, io credo che il Gospel mi riguardi profondamente e mi riconosco nel suo annuncio positivo, perché ho sperimentato la conversione di cui esso parla."
Come esempio di Gospel, iniziamo questa nuova sezione del nostro Blog con due brani di Arizona Dranes, una cantante non vedente ormai semisconosciuta, che incise prima della Grande Depressione e la cui Musica ebbe una notevole influenza su artisti del calibro di Fats Domino e Jerry Lee Lewis.
Arizona fu una delle più energiche predicatrici dell'epoca all'interno della COGIC, la Church of God in Christ, l'organizzazione religiosa che più contribuì a liberare le forme di canto e preghiera durante le funzioni liturgiche, permettendo così la nascita di un genere musicale in cui potevano esprimersi tratti comuni con il Blues e altri generi più secolari.
Fu scoperta a Dallas da Richard M. Jones, un talent scout della OKeh, che la spedì a Chicago con un'affettuosa lettera di presentazione: fatto, questo, piuttosto raro negli ambienti discografici dell'epoca e non solo.
Tra il 1924 e il 1928, la Dranes incise 30 facciate, tutte molto suggestive, in cui spiccano sia il suo entusiasmo canoro, sia la sua tecnica impetuosa al piano, capaci di dare un'espressione musicale al suo fervore religioso.
Tra l'altro, Arizona Dranes fu anche tra i primi esecutori a introdurre nel Gospel brani in 3/4, tempo che in seguito si evolse nel 12/8, così amato dagli artisti degli Anni '50.
Nonostante non sia più entrata in studio di registrazione dopo la Grande Depressione, questa ammirevole donna rimase attiva a lungo come artista e questo l'aiutò probabilmente a reggere i numerosi problemi di salute che l'afflissero.
Morì di arteriosclerosi nel 1963 e noi ricordiamo con affetto la sua personalità e la sua fede, proponendovi "God's got a Crown" e "He is my Story".
Musica con un cuore, che ci permette di riconoscerci pienamente nel modo #4 di ascoltare il Gospel.
Arizona fu una delle più energiche predicatrici dell'epoca all'interno della COGIC, la Church of God in Christ, l'organizzazione religiosa che più contribuì a liberare le forme di canto e preghiera durante le funzioni liturgiche, permettendo così la nascita di un genere musicale in cui potevano esprimersi tratti comuni con il Blues e altri generi più secolari.
Fu scoperta a Dallas da Richard M. Jones, un talent scout della OKeh, che la spedì a Chicago con un'affettuosa lettera di presentazione: fatto, questo, piuttosto raro negli ambienti discografici dell'epoca e non solo.
Tra il 1924 e il 1928, la Dranes incise 30 facciate, tutte molto suggestive, in cui spiccano sia il suo entusiasmo canoro, sia la sua tecnica impetuosa al piano, capaci di dare un'espressione musicale al suo fervore religioso.
Tra l'altro, Arizona Dranes fu anche tra i primi esecutori a introdurre nel Gospel brani in 3/4, tempo che in seguito si evolse nel 12/8, così amato dagli artisti degli Anni '50.
Nonostante non sia più entrata in studio di registrazione dopo la Grande Depressione, questa ammirevole donna rimase attiva a lungo come artista e questo l'aiutò probabilmente a reggere i numerosi problemi di salute che l'afflissero.
Morì di arteriosclerosi nel 1963 e noi ricordiamo con affetto la sua personalità e la sua fede, proponendovi "God's got a Crown" e "He is my Story".
Musica con un cuore, che ci permette di riconoscerci pienamente nel modo #4 di ascoltare il Gospel.