E' quanto nel jazz degli Anni '20 capitò, con il passaggio dal banjo alla chitarra, operato sia perché il primo strumento iniziava a mostrare tutti i suoi limiti tecnici e timbrici, sia perché all'orizzonte era comparso un chitarrista virtuoso come Eddie Lang.
Eddie era nato come Salvatore Massaro a South Philadelphia nel 1902 e in casa respirò quel clima musicale delle famiglie italiane recentemente immigrate negli Usa, in cui era facile trovare qualcuno che suonava a un livello amatoriale o semiprofessionistico qualche strumento, come ad esempio, appunto, la chitarra.
Anzi, il padre era addirittura un liutaio e così il giovane Salvatore poté crescere circondato da banjo e chitarre.
Ma il primo strumento a cui egli si avvicinò non fu la chitarra, bensì il violino, a cui dedicò diversi anni di studio.
Non è ben chiaro quando passò alla chitarra, ma sappiamo che -prima che con questo strumento- si cimentò con il banjo a quattro corde e con la chitarra-banjo, che però non erano in grado di soddisfarlo, proprio per il loro suono aspro.
A quel punto, era già attivo da anni il suo sodalizio musicale con l'amico di una vita Joe Venuti, il grande violinista che con il suo strumento operò nel Jazz una rivoluzione parallela a quella attuata da Eddie alla chitarra.
Ai due non mancò mai il lavoro ed essi furono certamente tra i pochi musicisti jazz a cui la vita on the road non presentò un conto salato.
Anzi, Eddie Lang fu certamente un esempio di genio senza sregolatezza: conduceva una vita regolare, non beveva, era puntuale alle serate o in sala di registrazione e al tavolo da gioco non solo non dilapidava i suoi guadagni, ma anzi... era in grado di incrementarli.
Se ne andò a soli 31 anni, per i postumi imprevisti di una banale tonsillectomia.
Di lui ci restano tantissime sedute in sala d'incisione -ove accompagnò musicisti del calibro di Bix Beiderbecke- e una quindicina di facciate come solista, saggiamente raccolte nel Vinilone L-1059 della Yazoo, giustamente sottotitolato "Jazz Guitar Virtuoso".
Da questo LP, vi presentiamo ora due brani.
Il primo è "Midnight Call Blues", in cui Eddie Lang è in coppia con l'altro grande chitarrista Lonnie Johnson: se volete divertirvi, potete provare a riconoscere quale dei due musicisti è il solista in ciascun coro...
Il secondo è "Eddie's Twister", in cui troviamo tutta la maestria di Eddie, mentre viene accompagnato al piano da Arthur Schutt.
Fu questo il suo primo brano inciso come solista ed è una sorta di sommario della sua tecnica chitarristica.
Infatti, in esso troviamo accordi con le corde mute, il cambio di diteggiatura sullo stesso tasto per dare il senso di un attacco più fresco, intervalli di decima per simulare gli effetti di un pianista Jazz, accordi di nona, glissandi, armonici, effetti simili all'arpa, accordi aumentati consecutivi e via dicendo.
In un prossimo Post, ci occuperemo di Joe Venuti, che -come abbiamo detto- di Eddie Lang fu grande amico e compagno instancabile di divertimenti, serate e sedute in sala d'incisione.