Il Blues di questa area era caratterizzato da una certa irregolarità sia nella metrica sia nel tempo, con accelerazioni che probabilmente tenevano conto più dell'estro del momento del musicista che di una struttura rigidamente codificata.
Si tratta quasi sempre di chitarristi-cantanti, che si esibivano da soli e non avevano quindi bisogno di adeguarsi a canoni generalmente riconosciuti e potevano allungare o accorciare le strofe e accelerare o rallentare il ritmo a proprio piacimento.
L'artista più noto in questa raccolta è certamente Blind Lemon Jefferson, la cui fama in quegli anni è direttamente proporzionale alla mancanza di notizie che noi oggi abbiamo.
Infatti, sebbene vendesse molti dischi e fosse particolarmente ricercato per le esibizioni dal vivo, di lui ci restano poche e contraddittorie notizie.
E anche la sua morte è avvolta nel mistero, in una gelida notte di Chicago, quando Jefferson sparì in una tempesta di neve, senza che se ne avessero più notizie. Storia o leggenda? Non lo sapremo mai.
Stranamente, in questa raccolta è presente un suo solo pezzo, ma di gran calibro.
Quel "Hot Dogs", croce e delizia di chi negli Anni '60 si cimentava con la chitarra fingerpicking e aveva difficoltà non tanto nel suonare le note "giuste", quanto nel riproporre quel ritmo in realtà irriproducibile e che rappresentava una delle caratteristiche più personali di Blind Lemon Jefferson.
Comunque, un pezzo veramente bello, che abbinato con qualche altro Ragtime Blues in Do -magari di Rev. Gary Davis- permetteva un medley capace di divertire e di far sognare...
Un altro musicista interessante, presente in questa raccolta, è Henry Thomas, che suonava un Blues primitivo, che alcuni considerano una testimonianza di che cosa fosse il Blues prima del Blues che oggi conosciamo.
La sua tecnica chitarristica è certamente meno evoluta non solo rispetto a Blind Lemon Jefferson, ma anche rispetto a quelli che erano gli standard dell'epoca, però vi è in Henry Thomas una freschezza che a me piace molto.
Infine, vi parliamo di King Solomon Hill, personaggio improbabile, sin dal nome d'arte che si diede...
Converrete che Collina del Re Salomone non sia esattamente il nome che ci si può aspettare per un Bluesman e forse non a caso questo semisconosciuto artista incise solo sei facciate, che certo non vengono ricordate spesso dagli amanti del Blues.
Però è interessante la sua vicenda, perché in questo "The Gone Dead Train" che vi presentiamo, a un certo punto vi è il verso "Lord I'm goin' to Minden" e così diversi anni dopo la registrazione un ricercatore si mise in viaggio verso Minden, La., ove fu tanto fortunato da scoprire che sì quel Bluesman aveva vissuto in zona ed era morto nel 1949.
Così oggi sappiamo che King Solomon Hill in realtà era un certo Joe Holmes, un chitarrista che visitava spesso il Texas ed era stato compagno di avventure di Blind Lemon Jefferson.
Storie di Blues.
Chissà se interessano ancora a qualcuno...