lunedì 31 marzo 2014

1949: "Rockin' at Midnight" di Roy Brown e "Why Don't You Haul Off and Don't Love Me" di Bull Moose Jackson

Continuiamo a occuparci di un anno fecondo come il 1949, proponendovi due altri pezzi, che in quei mesi scalarono le classifiche della Musica black.

Il primo è "Rockin' at Midnight" di Roy Brown, di fatto il sequel di "Good Rockin' Tonight", che era sì andato discretamente bene, ma venne surclassato nei gusti del pubblico dalla versione di Wynonie Harris, che vi abbiamo già presentato qui.

Questa volta, l'arrangiamento e l'interpretazione furono più corposi e il disco ebbe un grande successo, a conferma di come in quel periodo Roy Brown fosse all'apice della propria carriera di shouter.

Il secondo brano, invece, è "Why Don't You Haul Off and Don't Love Me" di Bull Moose Jackson.

L'inizio come cantante di Bull Moose fu, come spesso accade, singolare.

Infatti, egli suonava il sax nella Band di Lucky Millider e una sera, in cui Wynonie Harris non si presentò per uno spettacolo, il povero Jackson fu spinto sul palco, ove...

Ebbe un successo tale, da permettergli di iniziare un'ottima carriera come solista.

Agli inizi degli Anni '60, Bull Moose Jackson -ormai stanco della vita on the road- trovò un tranquillo lavoro all'Università di Washington, ove venne "riscoperto" nel 1983.

E così, negli ultimi anni della sua vita -terminata per tumore nel 1989- questo grande cantante e sassofonista poté ancora gustare il successo che si meritava, incluso un trionfo alla Carnegie Hall di New York e una serie di concerti in Europa, con Johnny Otis.

Tra tante vite spezzate nella storia del Jazz, del Rhythm 'n' Blues e del Rock 'n' Roll, ogni tanto fa piacere vedere che c'è chi è riuscito a passare attraverso le scene musicali, senza perdersi nell'autodistruzione.

 "Why Don't You Haul Off and Don't Love Me" venne originariamente inciso in versione country da Wayne Raney e questo è...

Uno dei tanti esempi di come in quel periodo si cercasse di sfruttare al massimo i diritti d'autore, facendo incidere lo stesso pezzo da artisti che si rivolgevano a fette di mercato differenti.

Per un interessante e curioso confronto delle due versioni, vi presentiamo anche il pezzo di Wayne Raney.

Invece, per un'analisi di come la Musica dei Bianchi del Sud abbia influito sulla nascita del Rock 'n' Roll, vi indirizziamo alla sezione Western Swing, Country & Western e Hillbilly Boogie, che per ora è agli inizi, ma contiamo di sviluppare particolarmente nei prossimi mesi.





giovedì 27 marzo 2014

1949: "Boogie Chillen" di John Lee Hooker e "Drinkin' Wine Spo-Dee-O-Dee" di Stick McGee

Il Rhythm & Blues è solitamente e giustamente considerato una Musica urbana, che ha segnato il distacco di molti Neri dalla vita rurale del Sud.

Questo, però, non significò una rottura definitiva con la musica del passato, come è testimoniato da alcuni esempi curiosi.

Ad esempio, nel 1949 giunse in vetta alle classifiche "Boogie Chillen", dello sconosciuto John Lee Hooker.

E' questo un pezzo particolare, dalla metrica molto libera e basato fondamentalmente su un solo accordo, ripetuto ossessivamente.

Una struttura, quindi, molto più primitiva rispetto al tradizionale Blues a 12 battute, che -nel viaggio dalle campagne del Sud alle città del Nord- aveva sì disdegnato la chitarra acustica e trovato nuove sonorità, ma senza abbandonare un giro armonico ormai consolidato.

Con questo pezzo, invece, John Lee Hooker -pur essendo ormai radicato a Detroit- ritorna alle origini...

A una Musica anteriore al ballo di coppia e che necessita non della presenza di un partner, ma della capacità di lasciarsi andare alla trance di un boppin'.

Anche il secondo pezzo di oggi -"Drinkin' Wine Spo-Dee-O-Dee" di Stick McGee- presenta qualche tratto più antico, rispetto alla Musica che nel 1949 andava per la maggiore.

Inciso qualche anno prima, senza alcun successo, per la Harlem Record, questo pezzo -grazie alla lungimiranza dei fratelli Ertegun dell'Atlantic- venne registrato nuovamente  e fu un grande hit.

Due esempi, questi, delle strade particolari che possono prendere la Musica e i gusti del pubblico. 



lunedì 24 marzo 2014

"Lucky Lips": Ruth Brown o Gale Storm?

Nella storia del Rhythm & Blues e del Rock 'n' Roll,  l'incisione di  pezzi  -originariamente cantati da artisti di colore, da parte di bianchi, che puntavano alla classifica pop- ha sempre rappresentato  una questione spinosa.

Noi, come al solito, preferiamo affrontare questo tema non da un punto di vista ideologico, ma andando a vedere le fonti e confrontando le differenti versioni.

Pensiamo, infatti, che questo approccio non ingabbi la mente in risposte già preconfezionate, ma aiuti a pensare con la propria testa e a formarsi una propria idea.

E così, guardiamo con curiosità un sondaggio, apparso nel mese di Giugno 1957 sulla rivista "Rock 'n' Roll Songs".

In questo sondaggio, la Rivista chiese ai propri lettori di pronunciarsi sulle versioni di Ruth Brown e Gale Storm di "Lucky Lips", che in quei mesi stavano andando veramente forte.

Ruth aveva inciso questo pezzo per prima con l'Atlantic, ma dopo una sola settimana... ecco che era già pronta una versione di Gale per la Dot.

Tra l'altro, in quel periodo le cover molto spesso erano vere e proprie copie... riproduzioni nota per nota e, soprattutto, con gli stessi arrangiamenti, di pezzi originariamente incisi da Neri.

Questo plagio a volte favoriva l'Artista di colore, che riceveva nuovo slancio dalla versione bianca, ma spesso lo penalizzava pesantemente, rubandogli quel successo che si sarebbe meritato.

Comunque, se avessimo avuto la possibilità di votare per il il sondaggio di "Rock 'n' Roll Songs", noi non avremmo avuto dubbi e la nostra scelta sarebbe andata a...

Ma no... Non vogliamo condizionare la vostra scelta, quindi...

Buon ascolto!




giovedì 20 marzo 2014

Che cos'è per voi il Rhythm & Blues?

Viviamo in un'epoca in cui chiunque, utilizzando Wikipedia e Shazam, può facilmente trovare qualche informazione sul Rhythm & Blues e scaricare una manciata di brani famosi.

Ma che cosa rappresenta veramente, a livello emotivo profondo, il Rhythm & Blues?

Noi abbiamo recentemente trovato -nel numero 14 della rivista "Rhythm & Blues", uscito nell'Ottobre 1954- un articolo di Evelyn Robinson, che ci può ora servire come base, per rispondere a questa domanda.

Seguendo l'impostazione di Evelyn, il Ritmo è ciò che caratterizza un'attività regolare e costante, quale il ballare, camminare, lavorare o, addirittura, russare!

Il Blues, invece, è ciò che si ha nei momenti in cui ci si sente preoccupati, tristi o delusi, come quando, ad esempio, si pensa che il mondo sia troppo duro con noi.

Che cosa succede, però, se queste sensazioni negative vengono messe in musica?

Se il ritmo, l'armonia e la melodia non creano uno stacco, ma sono semplicemente il supporto dell'autocommiserazione, allora il brano che nasce contribuisce solo a farci sentire ancora più tristi.

Se, invece, questi sentimenti sono accompagnati da alcuni elementi particolari del Rhythm & Blues -come le spazzole della batteria che segnano un tempo insistente, un'armonia che cerca una soluzione o il timbro di un sax che esplora una scala- allora non vi è più solo un piangere su se stessi, ma ci si sente più immersi nel flusso della Vita.

Certo, ci si può sì sentire ancora "blue", ma in un modo molto differente, rispetto a quando si ascoltano altri generi: ora i piedi battono sul pavimento, la testa si muove e le dita della mano snappano a tempo, testimoniando che siamo in sintonia con ciò che ci sta succedendo.

Questa è la medicina, con cui il Ritmo cura il Blues.

Come esempio, Evelyn Robinson cita "Feel Like I Wanna Cry" di Dinah Washington, un brano dal testo certamente triste, ma che non risulta autocommiserevole.

Ascoltandolo, la reazione che esso mette in moto in noi è: "OK, questa è la Vita. Ma non ci lasciamo schiacciare e, anzi, continuiamo a giocare la nostra partita, con un'energia ancora maggiore!".

 


lunedì 17 marzo 2014

Milton Brown: il "rivale" di Bob Wills

La nostra Musica ha vissuto anche di grandi rivalità, a volte reali, a volte costruite a fini commerciali.

Per alcuni anni, Bob Wills, che vi abbiamo presentato nel Post precedente, ebbe come principale rivale Milton Brown.

Brown non è molto conosciuto in Italia, ma nella prima metà degli anni '30 contribuì a definire alcuni aspetti del Western Swing: i ritmi in 2/4 del Jazz di New Orleans, l'uso di due violini in armonia, il piano con tratti jazz e il primo strumento amplificato nella country music, la steel guitar di Bob Dunn.

Dopo un apprendistato nella Band di Bob Wills, nel Settembre 1932, il ventinovenne Brown formò con il fratello Derwood i Musical Brownies, che per tre anni e mezzo divennero la Band di riferimento nell'ambito del nuovo genere che andava nascendo nelle pianure del Texas..

Con uno stile di canto per certi versi più vicino al Jazz che al Country, Milton Brown incise alcuni pezzi, destinati a divenire dei classici.

Anzi, la sua seduta di incisione del 4 Aprile 1936 viene spesso considerata come la prima vera seduta di Western Swing.

Come molti artisti dell'epoca, Milton trovò la sua fine a causa della strada, per i postumi mal curati di un grave incidente.

E così, a soli 32 ani, se ne andò un capostipite di una Musica che ancora ai nostri giorni è di grande attualità.

Noi oggi vi presentiamo questo Musicista in "Keep a-knockin'" e nel classico pezzo strumentale jazz "Takin' Off".

Nei prossimi due Post, ritorneremo a pescare nella nostra raccolta di riviste degli Anni '50, per respirare direttamente l'aria di quel periodo irripetibile.



giovedì 13 marzo 2014

Bob Wills: Lo Swing bianco del Texas

A noi viene da sorridere, quando vediamo alcuni ballerini Swing rinchiudersi nel loro piccolo mondo, richiedere una pista da ballo dedicata e poi tentare di preservare la purezza della propria musica.

Infatti, la Musica è sempre stata molto impura.

Portata da musicisti itineranti, scritta su fogli sparsi, riprodotta alla radio, incisa su dischi...

La Musica non ha mai evitato accoppiamenti poco ortodossi, dando vita a generi che a loro volta si sono incrociati con altre musiche, in un impatto di ritmi, armonie e fraseggi impossibile da controllare e gestire.

E così, è capitato che nelle pianure del Texas e degli Stati limitrofi giungesse, portato da radio e dischi, anche lo Swing delle Big Band, capace di far sognare un mondo lontano, affascinante e impossibile...

Ma che si poteva in qualche modo cercare di riprodurre, utilizzando gli strumenti tradizionali del luogo.

E allora, ecco fiorire Band che si mettevano a suonare quelle Musiche e, così facendo, finivano con il creare nuovi pezzi, che ricordavano sì quelli popolari nelle grandi città dell'Est o della West Coast, ma nello stesso tempo se ne andavano differenziando sempre più .

Bob Wills and his Texas Playboys furono l'emblema di questa Musica e oggi ve li presentiamo in un pezzo del 1936 e nello spezzone di un film, girato durante la seconda guerra mondiale.

Confrontandoli, potete notare gli sviluppi della musica Western Swing, un genere che -come vedremo- influenzerà notevolmente il Rock 'n' Roll.



lunedì 10 marzo 2014

Le Musiche dei Bianchi del Sud

Alcuni ritengono che il Rock 'n' Roll, così come si è andato diffondendo a partire dal 1954, sia solo Rhythm & Blues, scippato ai poveri Neri da avidi Bianchi, per i loro biechi scopi commerciali.

Questa credenza -a volte sostenuta con qualche citazione, estrapolata dal contesto, di artisti di colore dell'epoca- è molto semplicistica e fuorviante.

Infatti -sebbene sia ampiamente documentata la frequente discriminazione da parte di chi gestiva il potere in campo discografico, pubblicitario e mediatico nei confronti dei musicisti neri- così facendo si perde di vista il contributo musicale che vi è stato, nella creazione del Rock 'n' Roll, da parte di musicisti bianchi.

Senza questo apporto, dato dai musicisti degli Stati del Sud alla Musica nata nella comunità nera, il Rock 'n' Roll non sarebbe esistito nella forma che oggi conosciamo,

In questa nuova sezione del nostro Blog, cercheremo di affrontare questo tema senza paraocchi ideologici, che poco hanno a che fare con la realtà storica e musicale.

In particolare, ci occuperemo di tre generi musicali, che a grandi linee possiamo chiamare Western Swing, Country & Western e Hillbilly Boogie.

Naturalmente, questi sono solo nomi, che cercano di descrivere realtà molto complesse, ma che possono essere utili per individuare alcuni percorsi musicali del dopoguerra, in cui vi furono contaminazioni continue tra generi musicali differenti.

Come piccolo esempio di questa Musica, vi presentiamo "Bull Fiddle Boogie" di Pee Wee King, un pezzo del 1949, in cui il giro armonico tradizionale del Blues a 12 battute viene ripreso in un arrangiamento per molti versi originale, con sonorità e strumenti tipici delle comunità bianche del Sud.


venerdì 7 marzo 2014

1948: "Cadillac Boogie" di Jimmy Liggins e "Chicken Shack Boogie" di Amos Milburn

Continuiamo il nostro viaggio nel Rhythm & Blues del 1948, con due Boogie che amiamo molto.

Il primo è "Cadillac Boogie" di Jimmy Liggins, il fratello minore -e un po' più discolo- del pianista Joe Liggins.

Jimmy era inizialmente un pugile, ma abbandonò la boxe, quando vide il successo ottenuto dal fratello e decise di seguirne le orme sulla strada della Musica.

Dagli anni passati sul ring, si portò comunque un certo vigore, che traspare dalla tecnica rude alla chitarra e dal canto incisivo. Forse, raramente due fratelli musicisti furono tanto differenti...

"Cadillac Boogie" è un bel brano robusto e incanzante, al quale -pochi anni dopo- Ike Turner e Jakie Breston si "ispirarono" per il loro "Rocket 88", che molti considerano il primo pezzo Rock 'n' Roll.

In quanto a energia, anche Amos Milburn non scherzò con "Chicken Shack Boogie".

Sebbene questa versione del 19 Dicembre 1947 sia più lenta, rispetto a una successiva incisione del 1956, a noi piace maggiormente, per la calma determinazione che lascia trasparire, mentre Amos canta questi versi, dedicati alla ricerca di un divertimento leggermente avventuroso:

"Hello cat I just got backI'm looking for that place they call the Chicken Shack
They say it's fine as wine
and it's really all a ball
no windows no doors
it's just a hole in the wall
Did you say it was located down by the creek
where you can get a whole gob of good things to eat
all good portions of chicken once more is a cinch
you can even get the last part that went over the fence
They say it's the place where all the bad cats meet
you'd better be mighty careful where you take a seat
There's a place where the lights coming through the wall
you'd better be mighty careful, let's have a ball
come on all you fellows and tack a drink fron my pack
cause the party's ready to start down at the chicken shack"

Cantore dell'alcol come pochi -e certo nel mondo del Rhythm & Blues gli astemi non abbondavano- Amos Milburn pagò un caro prezzo per la sua passione prediletta: un grave infarto, l'amputazione di una gamba e la morte a soli 52 anni.

Però, pare proprio che -tra chicken shack e luoghi simili- quegli anni se li sia goduti non poco...




lunedì 3 marzo 2014

1948: "Good Rockin' Tonight" di Wynonie Harris e "We're Gonna Rock" di Bill Moore

Per il 1948, è di fatto impossibile isolare solo un paio di pezzi emblematici.

Infatti, quell'anno il Rhythm & Blues era un genere ormai decisamente consolidato e, anzi,presentava in modo ancora più marcato alcuni tratti che anticipavano il Rock 'n' Roll propriamente detto.

Abbiamo così deciso di dedicare due Post a questo anno.

In entrambi i pezzi che vi presentiamo oggi, compare la parola "Rock", che ormai aveva assunto una connotazione decisamente sessuale.

Ascoltando che, come nel pezzo di Wynonie Harris, vi sarebbe stato del "good rockin' tonight" o che, come nel brano di Bill Moore, si sarebbe rockato e rollato, nessuno, ma proprio nessuno, tra i presenti poteva avere qualche dubbio su quale sarebbe stata l'attività della notte...

"Good Rockin' Tonight" era già stata  incisa l'anno precedente da Roy Brown e il disco ottenne un successo discreto, ma non eccezionale.

Comunque, ciò fu sufficiente per convincere Wynonie Harris, che in un primo momento l'aveva rifiutata, a inciderla a propria volta

Questa versione risulta molto più energica dell'originale di Roy Brown e presenta un battito delle mani, tipico del Gospel, che non poteva non catturare gli ascoltatori.

Il resto, come si suol dire,  è storia.

Nel prossimo Post, invece, ci occuperemo di due Boogie, che nel 1948 raggiunsero le vette delle classifiche Rhythm & Blues.

L'avventura nel fantastico mondo dell' R&B continua!