domenica 15 febbraio 2015

"Little City Woman" di Big Bill Broonzy

Anche per coloro che da una vita ascoltano Blues, certo non mancano le occasioni per restare meravigliati -e ammirati- innanzi alle mille pieghe che la Musica riesce a prendere.

Ad esempio, mi ha sempre incuriosito questo "Little City Woman" di Big Bill Broonzy, perché già nel 1953 presentava un beat e un assolo di chitarra che anticipavano molti tratti di quella musica bianca, che sarebbe poi stata chiamata Rockabilly.

La storia personale di Big Bill Broonzy percorre tutta la storia collettiva del Blues, dalle campagne del Delta sino ai locali di Chicago...

Per terminare poi al di qua dell'oceano, quando Big Bill si trovò al centro dell'interesse del pubblico europeo nei confronti del Blues, negli anni immediatamente antecedenti la sua morte, per un tumore alla gola, nell'Agosto del 1958.

Situazione questa in cui, anticipando Sonny Boy Williamson II (di cui vi abbiamo parlato qui), seppe giocare a proprio favore con l'affetto, la curiosità e soprattutto... l'ingenuità del nuovo pubblico, composto ora da soli Bianchi.

Ma torniamo al 1953 e a "Little City Woman".

Il brano è importante, in quanto testimonia, ancora una volta, ciò che tentiamo di sottolineare con questo Blog...

La continua intersezione tra generi musicali diversi, in un processo ricco e complesso, che non è riconducibile -come vorrebbe una semplice vulgata, politicamente corretta- alla certezza che i Bianchi avrebbero derubato i poveri Neri persino della loro Musica.

La realtà è sempre più complessa dell'ideologia e un minimo di conoscenza della storia della musica popolare americana permette di capire come a un certo punto qualcosa di nuovo fosse nell'aria e...

In diverse aree geografiche e culturali degli Stati Uniti esso riuscì a prendere forma.

E così, ecco questo disco, inciso da un Nero a Chicago per la Chess, ma che non avrebbe certo sfigurato nemmeno nel catalogo della Sun Records, laggiù a Memphis, Tennessee, dove nacque il Rockabilly dei Bianchi...