domenica 30 novembre 2014

Sun 267: "Whole Lotta Shakin' Goin' On" di Jerry Lee Lewis

Che cosa si può dire di "Whole Lotta Shakin' Goin' On", che non sia già stato detto?

Dopo il suo esordio discografico -che vi abbiamo raccontato qui- Jerry Lee Lewis ritornò in sala d'incisione, per quello che sarebbe diventato un brano fondamentale non solo della sua carriera, ma di tutta la storia del Rock 'n' Roll.

Sam Phillips aveva capito che il modo giusto per ottenere il meglio da Jerry Lee consisteva nell'accendere l'apparecchio di registrazione e lasciare che il giovane cantante e pianista desse sfogo a tutta la propria esuberanza artistica e ormonale.

"Whole Lotta Shakin' Goin' On" era un brano già noto da tempo e noi oggi vi proponiamo le due notevoli e tra loro differenti versioni di Roy Hall e Big Maybelle, che amiamo particolarmente, ma...

E' fuori di dubbio che Jerry Lee Lewis portò linfa nuova a questo pezzo, che da allora è indissolubilmente legato al suo nome.

Infatti, la versione di Roy Hall tendeva verso il "Country" -qualunque cosa questo nome così generico possa significare- e Big Maybelle affondava le proprie radici nel Rhythm & Blues, mentre Jerry Lee Lewis seppe creare qualcosa di nuovo, a cui in seguito si ispireranno generazioni di cantanti rock 'n' roll e rockabilly.

In fondo, Jerry Lee non aveva bisogno di scrivere canzoni perché -come ben aveva compreso Sam Phillips- lui di fatto riscriveva ogni pezzo che interpretava, cambiando spesso il tempo, la velocità, la chiave, il fraseggio e a volte anche il testo.

O, come nel caso di "Whole Lotta Shakin' Goin' On", inserendo una parte parlata, quando si dimenticava le strofe originali...

Per le allusioni sessuali -e, forse ancor di più, per la carica erotica che tutto il brano lasciava trapelare- il disco venne proibito in diverse città e non poté essere trasmesso da alcune stazioni radiofoniche..

Comunque, a lanciare definitivamente "Whole Lotta Shakin' Goin' On" e Jerry Lee Lewis ci pensò una sua apparizione televisiva nell'estate del 1957 allo Steve Allen's Show, che potete trovare come ultimo video odierno.

Vi lasciamo immaginare l'impatto che questa performance poté avere sulle tranquille famigliole americane dell'epoca...






domenica 23 novembre 2014

Sun 265: "Sweet and Easy" e "Devil Doll" di Roy Orbison

Con il singolo #265 della Sun Records, Roy Orbison certamente spiazzò i propri fans, perché questo disco testimoniava in modo inequivocabile il fascino che su di lui esercitava il genere pop.

Infatti, "Sweet and Easy" -e ancor di più il retro "Devil Doll"- segnarono un momento decisivo di passaggio del giovane Roy verso generi più complessi, rispetto a quelli ormai consolidati negli studi di Sam Phillips.

Però forse, più che di transizione, si dovrebbe parlare di un emergere dei veri interessi musicali di questo cantante e chitarrista, a cui il Rock 'n' Roll -in particolare nella versione Rockabilly- andava certamente stretto.

Tra l'altro, per questo suo terzo sforzo discografico, Roy si portò in studio il gruppo vocale dei Roses che, come lui, provenivano dal Texas e questa aggiunta contribuì a dare un nuovo colore a entrambi i brani.

Durante la registrazione però, per problemi di royalties e di priorità dei rispettivi nomi sul disco, vi fu un litigio tra Roy Orbison e i suoi The Ten Kings, ragione per cui il disco poté essere portato a termine solo quando vennero chiamati in studio alcuni turnisti della Sun Records.

E, proprio per questa perdita della propria band, nei mesi successivi on the road  Roy dovette avvalersi di musicisti appartenenti ad altri gruppi, che spesso lo aiutarono non solo sul piano musicale, ma pure nel superare le difficoltà, che i suoi problemi visivi spesso  gli procuravano.

Come alcuni di questi musicisti in seguito raccontarono, anche durante queste serate Orbison -per quanto cercasse di entrare nei panni del cantante rock 'n' roll-  non poteva nascondere come in realtà la sua anima artistica fosse altrove.

Per di più, come abbiamo già detto nel Post precedente che gli abbiamo dedicato, Roy Orbison era insoddisfatto non solo del Rock 'n' Roll in generale, ma anche di tutta l'atmosfera e il modo di lavorare della Sun Records.

Anzi, successivamente si lamentò del fatto che, alla corte di Sam Phillips, egli dovesse non solo cantare, ma pure scrivere canzoni, arrangiarle e poi accompagnarle alla chitarra...

Però, con onestà, dovette anche riconoscere che fu proprio quella libertà un po' pasticciona che gli permise di trovare un proprio stile, coltivarlo e grazie a esso realizzarsi come artista.

Dopo qualche tempo, la Sun Record incise nuovamente "Sweet and Easy" e questa volta il brano venne affidato a Vernon Taylor, nella cui versione i tratti pop emergono ancora più chiaramente.

Come sempre, per un utile confronto, vi presentiamo anche questa successiva incisione, a testimonianza delle nuove tendenze che si andavano sviluppando nella Sun Records e di cui avremo ancora modo di parlarvi.



domenica 16 novembre 2014

Sun 261: "Matchbox" di Carl Perkins

"Matchbox" nella versione di Carl Perkins è ormai un classico Rock 'n' Roll e Rockabilly, ma in realtà affonda le proprie radici nel Blues.

Proprio per tale motivo, oggi iniziamo questo Post proponendovi la versione di Blind Lemon Jefferson, il Bluesman texano di cui ben poco si sa e la cui scomparsa nel Dicembre del '29 -forse durante una tempesta di neve a Chicago- contribuì a creargli un'aurea di mistero.

Amo particolarmente Blind Lemon perché -verso la fine degli Anni '50- i suoi Blues acustici furono tra i primi che ebbi la fortuna di ascoltare, grazie a un LP che mio padre era solito suonare.

Sebbene, ovviamente, la versione di Carl Perkins sia molto più brillante e incalzante e vi spicchi ancora una volta il piano di Jerry Lee Lewis, che certamente contribuì a mantenere incandescente il clima in sala di registrazione...

Tutto il fascino di questo brano è già nell'esecuzione del vecchio Blind Lemon Jefferson che, tra l'altro, possedeva una tecnica chitarristica non indifferente, per l'epoca in cui viveva.

Negli anni successivi, Matchbox visse di vita propria, entrando nel repertorio di moltissimi gruppi, ognuno dei quali contribuì a mantenere l'enigma e il senso di solitudine di questi versi:

Well I'm sitting here wondering, will a matchbox hold my clothes
Well I'm sitting here wondering, will a matchbox hold my clothes
I ain't got no matches, but I got a long way to go.
I'm an ol' poor boy and a long way from home
I'm an ol' poor boy and a long way from home
Guess I'll never be happy, everything I do is wrong, yeah!

Oltre alle versioni di Blind Lemon e di Carl Perkins, noi ve ne proponiamo una dei Beatles, che erano grandi ammiratori di Carl Perkins, e...

Un'altra dei nostri amici Adels + Howlin' Lou and The Whip Lovers, che con la loro carica testimoniano come questo brano sul palco possa divenire vera dinamite!





domenica 9 novembre 2014

Sun 260: "Flyin' Saucer Rock 'n' Roll" e "I Want You Baby" di Billy Riley

Ritroviamo ancora una volta Billy Riley, che vi abbiamo già presentato in due Post dedicati rispettivamente a "Red Hot" e "Rock with me Baby".

I due brani di oggi, pubblicati nel singolo Sun 260, "Flyin' Saucer Rock 'n' Roll" e "I Want You Baby", sono entrambi molto accattivanti, anche se il primo -divenuto una sorta di Inno Rockabilly- ha certamente rubato la scena al secondo.

Sebbene in esso vi sia anche la presenza al piano di Jerry Lee Lewis, sono la chitarra e forse ancor di più la batteria a farla da padrone, in particolare durante l'apertura e la chiusura del brano.

E pure il testo di questo pezzo è divertente, con la descrizione dell'atterraggio di un'astronave, da cui spuntano strani esseri verdi.

Anch'essi, comunque, fans scatenati del Rock 'n' Roll!

"Well the little green men, they were real hep cats
Rockin' and a-rollin' to the crazy flats
They bought out a sax and they started to blow
They brought out the drums and they started to roll!"

Come abbiamo visto con "Ubangi Stomp", anche in questo caso il messaggio è inequivocabile: il Rock 'n' Roll è talmente universale, che scatena non solo -come nel testo di Warren Smith- Pellerossa e Africani, ma ora anche i Marziani.

Comunque, nemmeno questo pezzo riuscì ad appianare il rapporto turbolento e ambivalente che Riley aveva con Sam Phillips -esacerbato, tra l'altro, dalla gelosia per il successo di Jerry Lee Lewis- e così si giunse a un secondo divorzio, che però...

Non gli impedì di tornare nel 1969 alla Sun International, forse anche perché questa era ormai di fatto un'altra casa discografica, rispetto alla creatura storica di Sam Phillips..

Per darvi un'idea dell'evoluzione che questo pezzo ha vissuto con il passare del tempo, vi presentiamo anche una recentissima esecuzione di Antonio Sorgentone che -pur nelle differenze- ha mantenuto la carica originaria.

Tra l'altro, come si può vedere, "Flyin' Saucer Rock 'n' Roll" si presta molto bene come brano finale di un concerto, con cui fare spettacolo, presentare i membri della Band e lasciare un forte ricordo nel pubblico!




domenica 2 novembre 2014

Sun 259: "Crazy Arms" e "End of the Road" di Jerry Lee Lewis

Quando Jerry Lee Lewis bussò alla porta della Sun Records, aveva alle spalle 21 anni, due matrimoni, un arresto e forti, seppur confuse, aspirazioni religiose.

C'era una cosa, però, che gli riusciva bene: picchiare sugli 88 tasti di un piano e dare sfogo, nel canto, a tutta la propria irrequietezza.

Inevitabile, date queste premesse, che si accendesse una lampadina nella mente di Sam Phillips, che forse si immedesimava nella folle carica, da cui Jerry Lee sembrava spinto.

"Crazy Arms" venne registrata mentre Sam Phillips si trovava in Florida, per la sua prima vacanza, dopo tanti anni di duro lavoro.

Al suo ritorno, gli venne fatta ascoltare la registrazione di Jerry Lee e Sam Phillips, che da qualche tempo pensava a nuovi timbri -oltre a quello della chitarra, ormai imperante nel suo Studio- rimase subito colpito dal suono del piano che, con il solo accompagnamento della batteria e di un contrabbasso praticamente impossibile da udire, risaltava particolarmente incisivo.

Jerry Lee ritornò negli studi della Sun Records per la registrazione della flip side e questa volta la scelta cadde su "End of the Road", un motivo che era già in circolazione da tempo, ma che il giovane Lewis rielaborò da par suo.

Questo singolo -pur non scalando le classifiche- vendette comunque discretamente e ciò permise a Jerry Lee Lewis di iniziare un ciclo di Serate, che culminarono con il Big D Jamboree di Dallas.

E fu proprio durante questo periodo on the road, che Jerry Lee iniziò a creare quel suo personaggio on stage, che lo avrebbe reso immediatamente riconoscibile nei decenni successivi.

Ecco, ad esempio, una versione di "End of the Road" di molti anni successiva, in cui The Killer è ancora in grande forma!

Noi abbiamo avuto la fortuna di vederlo dal vivo al Summer Jamboree del 2007 e ricordiamo con entusiasmo la grande energia che pur sempre emanava da quel corpo, provato dagli anni e... da qualche eccesso!